Cosa succede al fegato se si mangiano i funghi porcini? Ecco la verità

I porcini sono tra i funghi più pregiati e ricercati al mondo. Appartenenti al genere Boletus, sono apprezzati per il loro sapore intenso e aromatico, la consistenza carnosa e la versatilità in cucina.

Le caratteristiche distintive dei funghi porcini risiedono nel cappello, che può raggiungere dimensioni notevoli e presenta una colorazione che varia dal marrone scuro al nocciola, a seconda della specie e dell’ambiente di crescita. La superficie è generalmente liscia e leggermente vellutata. Sotto il cappello, i porcini presentano una caratteristica spugna formata da tubuli che possono essere gialli, verdi o olivastri. Robusto e spesso, il gambo ha una forma a clava o cilindrica e può presentare un reticolo sulla parte superiore.

Ecco le stragrande varietà di porcini

Esistono diverse specie di porcini, tra le più comuni ricordiamo:

  • Boletus edulis, il porcino classico, con cappello marrone chiaro e carne bianca.
  • Boletus aestivalis, conosciuto anche come porcino estivo, che ha un cappello più chiaro e una carne che tende a virare leggermente al blu al taglio.
  • Boletus pinophilus, che cresce principalmente sotto i pini ed ha un cappello rosso scuro o marrone.
  • Boletus aereus, caratterizzato da un cappello marrone scuro o nero e da una carne che non cambia colore al taglio.

Dove crescono i porcini?

I porcini sono funghi simbionti, ovvero vivono in associazione con determinate piante, come querce, faggi, castagni e conifere. Si trovano nei boschi, nei prati e nei pascoli, prediligendo terreni acidi e umidi.

Il periodo di raccolta dei porcini varia a seconda della specie e delle condizioni climatiche. In generale, si possono trovare da primavera all’autunno, con un picco in autunno dopo le piogge.

Come pulire e conservare i porcini

I porcini vanno puliti con un pennello morbido per eliminare terra e foglie. È sconsigliato lavarli abbondantemente con acqua, in quanto assorbirebbero troppa acqua e perderebbero sapore. Per conservarli, invece, è bene non andare oltre pochi giorni, tenendoli avvolti in carta assorbente dentro il frigorifero; oppure si possono essiccare, congelare o conservare sott’olio.

Cosa succede al nostro fegato se mangiamo porcini?

Si pensa, molto erroneamente, che mangiare porcini possa inficiare negativamente sul fegato. Si tratta di una convinzione che risente molto di credenze popolari, prive fondamento scientifico.

Questo mito dipende molto probabilmente dalla somiglianza dei porcini con i funghi velenosi: infatti, alcuni funghi velenosi contengono tossine che possono danneggiare vari organi, incluso il fegato. Questa associazione ha portato a generalizzare il concetto, attribuendo a tutti i funghi un’azione dannosa su questo organo.

Altre credenze si basano anche sulla difficoltà di digestione: alcuni individui possono avere difficoltà a digerire i funghi, a causa della chitina, una sostanza presente nella loro parete cellulare. Questo può causare disturbi gastrointestinali, ma non danneggia il fegato.

La verità, invece, è che i funghi, soprattutto quelli medicinali, hanno dimostrato di avere proprietà benefiche per il fegato: contengono, infatti, composti bioattivi che possono aiutare a proteggere le cellule epatiche e a favorire la sua funzione depurativa. Per quanto riguarda quelli velenosi, diciamo che il problema si sconfigge alla base, cioè, se non si è degli abili micologi o comunque conoscitori dei funghi, conviene sempre affidarsi ai negozi che li vendono dove c’è la sicurezza che siano commestibili, evitando così di darsi alla raccolta autonoma, per cui non si è preparati e che può portarci a confondere un fungo velenoso; anche perché i funghi velenosi non solo danneggiano il fegato, ma possono pure causare gravi intossicazioni, a volte anche fatali. Inoltre, come per qualsiasi alimento, anche i funghi vanno consumati con moderazione e preferibilmente cotti.

I funghi, se consumati correttamente e con moderazione, possono essere un alimento gustoso e salutare. Non c’è alcuna evidenza scientifica che li renda dannosi per il fegato. Al contrario, alcune specie possono addirittura contribuire alla sua salute.

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